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Blog Parousie de Patrick ROBLES (Puget-Théniers, Alpes-Maritimes - FRANCE)

Teresa et Francesco Ugenti, deux époux exemplaires

 

 

Prière pour la béatification des Serviteurs de Dieu

Teresa Sivilli et Francesco Ugenti

 

Très Sainte Trinité, Père, Fils et Saint-Esprit, nous Te remercions d’avoir fait naître dans l’Église d’aujourd’hui les époux Francesco et Teresa comme témoins de Ton Amour ineffable, dans le mariage et la vie de famille.

Par leur exemple, ils nous montrent la sainteté comme un niveau élevé de la vie chrétienne ordinaire.

Et ils sont pour toutes les familles d’aujourd’hui un beau défi pour accepter la vie et la garder avec amour, pour éduquer les enfants avec abnégation et responsabilité, pour promouvoir l’unité et la stabilité de la famille.

Accorde à nos familles, plus que jamais menacées par de fausses illusions, de découvrir la beauté de la Foi et de la vivre avec joie, afin de témoigner au monde de l’Amour de Dieu.

Aussi, au Nom de Jésus et par leur intercession, nous Te demandons la grâce qui nous tient le plus à cœur…

Par le Christ notre Seigneur. Amen.

« Gloire au Père… »

 

Prière traduite de l’italien par Patrick ROBLES, le mardi 5 décembre 2017.

 

Francesco UGENTI

né le 28 juillet 1913 à Toritto (Bari, Pouilles - Italie)

mort le 7 novembre 1998 à Grumo Appula (Bari)

 

 

Teresa SIVILLI, épouse UGENTI

née le 29 avril 1913 à Grumo Appula (Bari, Puglia - Italia)

morte le 21 mai 1984 à Rome (Latium - Italie)

 

 

 

 

 

 

Preghiera per la beatificazione dei Servi di Dio

Teresa e Francesco Ugenti

 

Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, ti ringraziamo di aver suscitato nella Chiesa di oggi gli sposi Francesco e Teresa come testimoni del Tuo ineffabile Amore, nel matrimonio e nella vita familiare.

Con il loro esempio essi ci indicano la santità come misura alta della vita cristiana ordinaria.

E sono per tutte le famiglie di oggi un'amabile sfida ad accettare la vita e a custodirla con amore, ad educare i figli con impegno e responsabilità, a promuovere l'unità e la stabilità della famiglia.

Concedi alle nostre famiglie, mai come oggi cosi minacciate da false illusioni, di scoprire la bellezza della fede e di viverla con gioia, per testimoniare al mondo l'Amore di Dio.

E, in Nome di Gesù e per loro intercessione, ti chiediamo la grazia che ci sta più a cuore…

Per Cristo nostro Signore. Amen.

« Gloria al Padre... »

 

 

 

Per informazioni e richieste rivolgersi a:

Don Antonio Ugenti - Società San Paolo

Via Alessandro Severo, 56 - 00145 Roma

Tel 06.59786000

Fax 06.59786911

Cell 347.7803145

 

 

Teresa Sivilli

Teresa nacque a Grumo Appula (Bari) il 29 aprile 1913 da una numerosa famiglia artigiana, composta da sei figli e dai genitori, che ella adorava. Era la primogenita delle quattro sorelle. Come tale, si sentì in dovere di aiutare i genitori nella cura della casa e nell’educazione dei fratelli e delle sorelle minori. All’età di 29 anni si sposò con Francesco, con il quale si trovò sempre in perfetta sintonia spirituale e affettiva. Ai suoi sette figli ella diede il meglio di sé, con abnegazione e saggezza, educandoli alla preghiera, alla fede e alla responsabilità nelle loro scelte. Rivelò la sua profonda adesione alla volontà di Dio, in particolare nella perdita di due sue figlie, soprattutto di Mina che volò al cielo all’età di 15 anni. Accompagnò con grande cura il figlio Antonio al sacerdozio considerandolo come un grande dono di Dio. Visse insieme al marito 42 anni di matrimonio alimentandolo con la preghiera e con la comunione eucaristica, donde attingeva la forza per superare tutti gli ostacoli e le fatiche della vita quotidiana. Viveva costantemente nella serenità e nella gioia. Nel 1974, assieme al marito Francesco, entrò a far parte dell’istituto “Santa Famiglia”, sotto la guida spirituale di Don Stefano Lamera. Il 2 novembre 1978 essi emisero i voti perpetui di obbedienza, castità povertà e fedeltà al Papa, vivendoli fedelmente nel contesto della vita familiare. Fu una svolta decisiva nella loro vita. Essi compresero che la santità era possibile non solo nel matrimonio, ma anche mediante il matrimonio. Essi riscoprirono così il sacramento del matrimonio come via di santità che rende possibile la stabilità e la perfezione dell’amore. Devotissima alla Madonna, Teresa affrontò con serenità la dura prova della malattia che la portò alla morte. Un grave tumore ai polmoni la colpì nel 1981 che fu asportato all’ospedale Forlanini di Roma. Ma nel 1984 esso si ripresentò al cervello. E fu la fine. Il 21 maggio 1984 Teresa si spense dolcemente a Roma, con il sorriso sulle labbra, che le rimase sul volto, caratteristica di tutta la sua vita.

 

Francesco Ugenti

Francesco nacque a Toritto (Bari) l'8 Luglio 1912 da una famiglia contadina, povera e onesta, dignitosa e generosa. I suoi genitori erano profondamente cristiani. Egli era il secondogenito di due figli. Rimasto orfano di mamma all'età di circa sei anni, egli assecondò il desiderio del padre di seguirlo nei lavori di campagna. E divenne un provetto contadino. Fino a 30 anni trascorse una difficile giovinezza, tra sacrifici e fatiche. Nel contempo coltivò l'amicizia con alcuni compagni, che ebbe cari fino alla morte. Nel 1942, in piena guerra, si sposò con Teresa, dalla quale ebbe sette figli, che educò all'onesta e alla fede, soprattutto con l'esempio. Due figlie volarono al cielo in giovanissima età e uno divenne sacerdote paolino, con sua grande soddisfazione. Trasferitosi a Grumo Appula (Bari), fu assunto come impiegato presso l'Acquedotto Pugliese, dove lavorò con esemplare dedizione per vent'anni, apprezzato da tutti i concittadini per la sua gentile disponibilità e la puntuale precisione con cui compiva il suo dovere. Ritiratosi in pensione, dopo alcuni anni perse la moglie Teresa e rimase vedovo per 15 anni, nella fedeltà assoluta alla moglie che adorava. Continuò a dedicarsi attivamente alla campagna e alla cura dei suoi nipoti, che amava teneramente come i suoi figli. Dopo una vita così faticosa e tribolata, verso gli 80 anni, arrivò per lui anche la via crucis, scandita da 14 stazioni (ricoveri tra ospedali e case di cura) e dal calvario (la sedia a rotelle). Tre ictus cerebrali e tre cadute avevano minato il suo fisico. Francesco accettò con pazienza e dignità questo lungo periodo di sofferenze, durato cinque anni, ripetendo spesso quello che era il programma di tutta la sua vita: “Come Dio ce la manda, così ce la dobbiamo prendere”. Francesco si spense serenamente nella sua casa di Grumo Appula (Bari), con il sorriso sulle labbra, il 18 novembre 1998, lasciando dietro di sé il profumo di solide virtù e, in quanti lo conobbero, il ricordo di una vita pienamente realizzata nel compiere ogni giorno la volontà di Dio, in qualsiasi modo essa si rivelasse.

 

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